mercoledì 2 maggio 2012

TRA CIELO E TERRA

Ponteggio con occupazione del suolo pubblico (molto ben pagato) con funzione di sicurezza e riparo per rifacimento tetto.
Si parte con cavallette strette per occupare meno spazio possibile, poi si esce a sbalzo ma in totale sicurezza!
 Questi invece sono ripari di due tipi diversi. Quelli rossi si fissano sotto "le barbe" cioè le parti terminali lavorate dei legni che compongono un tetto a vista, mentre quelli in acciaio si dicono ripari a vite e si bloccano sui fianchi con pezzi di legno.
 All'interno della corte costruiamo un ponteggio che servirà per accedere al tetto attraverso scalette a botola, e per poter sollevare in quota tutto quello che serve, senza pericoli.
Utilizzando una scala sollevatrice è il modo più veloce.
Con questa forte crisi non si può negare che per molti lavoratori la tentazione di contenere i costi sia fortissima, al fine di poter ottenere un lavoro. La prima forma di risparmio è certamente a scapito della sicurezza! Personalmente la penso nel modo opposto, e combatto sempre e con determinazione perché si lavori con tutti gli accorgimenti possibili a salvaguardare la nostra incolumità. NON SI PUO' MORIRE SUL LAVORO.
Questo è il "malato". Zona centro storico, coppi vecchi che sarà obbligatorio riutilizzare.
La casa è abitata, il tempo instabile e sarà neccesario procedere con cautela per evitare conseguenze spiacevoli.
 Si comincia...


 Si procede sollevando e pulendo i coppi per file.
 Il coppo viene detto canale quando sta sotto e coperta quando sta sopra.
La guaina ardesiata va applicata sul tetto, sarà lei a impedire il passaggio reale dell'acqua, mentre i coppi servono per preservarla e per estetica.
 Rotoli di guaina ardesiata.
 Si può applicare con una fiamma, oppure nei mesi più caldi si utilizza questa che va prima stesa e poi abilmente si sfila la pellicola dalla parte adesiva.
Con 30 e passa gradi, evitare la fiamma è davvero un piccolo grande solievo.
 Fogli di ondulina. Questi costituivano la vecchia copertuta. Si inchiodavano alle assi dell'assito del tetto e la forma a onde consentiva l'inserimento dei canali. Tempo fa era certamente una soluzione interessante. Però si andava risparmiando tempo e chiodi applicandone pochi, con il pessimo risultato di un inevitabile scivolamento del tutto in pochi anni.
In questo lavoro ci sono alcune sciocche ma radicate e antiche abitudini, tipo la non cura e pulizia di secchi e attrezzatura che può solo rovinarsi ma GUAI a perderci due minuti, il "rambismo" tipo niente guanti di sicurezza o tappi per l'udito o mascherine per la polvere, e zero cura di distinguere tra materiale di scarto, plastiche, metalli.
Io mi sbatto quotidianamente per tutto questo, in particolare per la raccolta differenziata. Un Don Chisciotte moderno tra mulini di ignoranza.
Ogni volta si sollevano file di onduline, si spostano i coppi sulla guaina già saldata e si applica un rotolo nuovo sulla parte liberata. Questo evita spiacevoli inconvenienti in caso ci sorprenda un temporale.
Ora può anche piovere!
Una volta impermeabilizzato tutto il tetto non resta che riporre i coppi.
Si parte dal fondo per evitare di camminarci inutilmente sopra.
La partenza è la fase più delicata, se ben fatta il tetto finito avrà un aspetto ordinato e regolare.

I coppi vengono fissati uno per uno, sia i canali che le coperte.
Come si festeggia il 25 aprile?
Si festeggia lavorando! Onorando la resistenza con esempi di resistenza.
Ecco dopo 5 ore...
Tetto finito! Non resta che smontare e via...

Nessun commento:

Posta un commento