sabato 14 luglio 2012

INSANA AUTOCRITICA




Può un uomo vivere senza la propria coscienza? NO!
(Notare che è la mia prima affermazione dritta e determinata di sempre).
Ma la coscienza può vivere senza l'uomo.
L'uomo può al più sopravvivere per inerzia, per abitudine, per complotto.
Un'esistenza imbottita di farmaco bugie auto-prescritte per una metastasi anziana.
Insomma ci sarà il tempo di morire di tutt'altro e mai della verità.

Ogni tanto sento parlare di SANA AUTOCRITICA.
Beh, mai cavato un accidente da una sana autocritica.
Quelli come me, ammesso e non concesso ne esistano altri, dalla roba sana non ottengono nulla.
Ci vuole una fottutissima INSANA AUTOCRITICA per smuovere qualcosa.
Non ci vuole una camminata, nè una camminata a passo svelto, ma una vera e propri corsa forsennata.
Non ci puoi mettere la punta del piede a vedere se è freddo. Ti ci devi buttare sapendo che è freddo, ma senza la minima tutela di quanto!

Quando andavo alle elementari, fin da piccolo per dire, non ho mai fatto quelle cose che per quanto stupide sono del tutto normali.
Se qualcuno inciampava o cadeva tutti ridevano. Io non solo non ridevo, nemmeno mi trattenevo. Non mi scappava proprio.
Capitava che qualcuno si cagasse addosso e la voce passasse rapida e silenziosa come un serpente, sempre più veloce sempre più grande sempre più rumorosa.
Io facevo finta di niente.
Ho un ricordo finto, perché me lo hanno rammentato così tante volte che alla fine mi sembra mio.
Era quasi primavera e nell'ora di motoria eravamo seduti a cerchio tutti e 24 alunni, con gli occhi chiusi e della musica in sottofondo. Dovevamo poi raccontare cosa avevamo immaginato. Tutti avevano corso e giocato e raccolto fiori in campi ricoperti di sole. Io avevo immaginato una baita in montagna sommersa dalla neve e un caldo fuoco all'interno. Avevo sette anni e la malizia di volermi per forza distinguere, non sapevo proprio cosa fosse.
Anche crescendo non ho mai partecipato a quei comuni atti di forza tra ragazzi. Quei gesti a sottomettere che tanto mi ricordano i documentari del bravo bravissimo Piero Angela.
La macchina che ho avuto e amato di più era una peugeot 205 1.6 benzina, antracite.
Una macchina da figo per uno che non era figo, non secondo i canoni convenzionali mondo mondiali almeno.
Tutte le volte che qualcuno saliva voleva sempre che corressi, che spingessi al massimo.
Mai!
Mai colto l'occasione di fare il coglione con la vita degli altri, nonostante la richiesta espressa e la delusione e le inevitabili sputtanate.
Tutto questo per dire cosa?
Che sono o ero speciale?
L'ho creduto. Talvolta altri mi hanno spinto e legittimato a crederlo.
Ma non è affatto così.
La verità non la so.
Quello che so è che ridere non ha mai fatto parte di me.
Divertirmi, non è tra le mie capacità.
Vedo tutti che lo fanno, anche gli adulti al parco acquatico svivolano e ci danno dentro come pazzi.
Odio non capire come accidenti facciano e sia possibile.
Perchè io no? Divertirsi è un comportamento e una reazione naturale giusto? Quindi allo stesso modo anche non farlo è qualcosa di naturale e non elaborato.
(Ps Odio le persone in gruppo. Odio l'acqua. Odio i parchi acquatici e in particolare i loro gestori ingordi).
Non ho maturato nel tempo traumi che mi hanno cambiato o segnato.
Ci sono nato con questo mal di vivere latente.
Ci sono cresciuto con questa sensazione di formicolio, di pezzo che manca, di fretta, di ansia nell'attesa di qualcosa che non c'è.
Ho indagato e non sono "maturo" o "speciale". Sono UN UOMO QUALUNQUE. (Vorrei fosse messo a verbale).

Oggi mi sono accorto che sono due giorni e mezzo che sul lavoro non scambio una parola.
Non lo sapevo, ho dovuto pensarci.
Non sono nè arrabbiato nè chissà che altro, è solo che non c'è stata occasione o motivo e uno fa quello che deve, lavora e poi fine.
Follia nella follia... nemmeno gli altri se ne sono accorti.

Così nell'insana benedetta autocritica ti riscopri a parlare con la tua coscienza disperata e stanca di te, molto più che con chiunque.
Eppure questo, per quanto bello e profondo, non basta.

Non si può chiedere a un'insana autocritica di avere anche logica.
Eppure c'è.
Ma poveretto il lettore. A lui non si deve chiedere nemmeno l'attezione. Figuriamoci altro.

Detesto gli innamorati.
Quelli vicini intendo.
Parassiti incapaci di produrre e creare.
Privi di stimoli e urgenze, debiti e scadenze da onorare.
E' già difficile distinguerli, stabilire con precisione dove finisce l'uno e comincia l'altro.
Due lazzaroni capaci di rinunciare a quanto di più essenziale come il mangiare.

Gli amori perfetti sono quelli separati e distanti.

Come la chiudo a dovere un'insana autocritica?
Se ci metto il finale viene una farsa, se pianto tutto e spengo è una merda ma almeno arriva che è sincera.
Il punto è tutto qui!
Guardarsi dentro fa schifo, perché ti tocca vedere che fai schifo.
Ti sei buttato trattenendo il respiro, scavando e scalciando per andare giù, più giù, e ancora.
Ma non hai fondo.
E quando scendi non è come in mare che è tutto più torbido e scuro. Dentro di te più vai e più vedi limpido e trasparente e così maledettamente lucende da non risparmiarti il più piccolo alone, le innumerevoli patacche.

Se non vuoi soffocare devi tornare su e in fretta, immergerti a fondo in quello che ti circonda, nella calda e rassicurante ignoranza, nei luoghi comuni, nella ninna nanna storbiante dei soliti gesti ripetuti.
Finchè i brividi passano, finchè il vomito passa.

Concludo con un VAFFANCULO. Direi che è l'ideale.

giovedì 5 luglio 2012

NON RESPIRO

Fa' che io canti presto
le cose che sei.
Fammi fermare il tempo
che danza tra noi.
Lascia che sia respiro
finché tu ci sei
il mio saluto al giorno
per non lasciarsi andare mai.

Io vorrei
che il mio viaggio
di gran vagabondo
finisse con te
e per noi
diventasse respiro
quell'esserci amati,
annullati, divisi,
rincorsi, appagati.

Voglio che sia respiro
l'amore tra noi
per non piegarsi dentro
per darsi di più.
Lascia che sia respiro
finché tu ci sei
il mio saluto al giorno
per non lasciarsi andare…


Io vorrei
che il mio viaggio
di gran vagabondo
finisse con te
e per noi
diventasse respiro
quell'esserci amati,
annullati, divisi,
rincorsi, appagati.

E vorrei
che ogni volta
che cerchi qualcosa
cercassi di me
e per noi
diventasse respiro
la nostra canzone
diventasse respiro
lo stesso ricordo
di noi.

Voglio che sia respiro
l'amore tra noi
per non piegarsi dentro
per darsi di più.
Lascia che sia respiro
finché tu ci sei
il mio saluto al giorno
per non lasciarsi andare mai.

Se non fossi dannatamente incapace avrei voluto inserire anche un video, perché anche se le parole sono tutto quel che c'è da capire, Franco Simone e quella sua voce sono un indubbio valore aggiunto.

Che cosa è un respiro?
Grazie allo sport ho compreso e imparato tutta la teoria possibile sulla respirazione, ma quanto alla pratica...
A volte mi accorgo di passare giorni interi senza un solo respiro.
Un'apnea che purtroppo e in modo preoccupante assume le sembianze della normalità.
Una non-normalità tollerata e disinvolta.
Eppure un respiro è qualcosa di meraviglioso.
Ma questo è anche più spaventoso! Come può diventare un'ambizione e a tratti un lusso, una cosa tanto semplice ed essenziale come il respiro?

Il respiro gode di varie forme e io le mortifico tutte quante!
Tipo il pianto. Il pianto è una delle espressioni più alte e intense del respiro.
E io mi ritrovo a piangere in macchina ma solo nel tratto che separa un semaforo da un altro per evitare gli altri automobilisti e l'incrocio dei loro sguardi.
Un pianto libero e sincero ma mutilato e umiliato scioccamente.
Beh, mai avrei pensato di dirlo, ma sia benedetto quel tizio che ha inventato le rotonde!

So che esistono insegnati della respirazione.
E darei tutto il mio stupore a questo se non fosse che so pure dell'esistenza di "studenti" di tali insegnati.
Ho sentito parlare della respirazione controllata, di quella fatta con la punta del naso, del controllo dell'aggressività ecc.
Penso che se fossi in una stanza climatizzata invece che su un tetto come in questi giorni, se avessi come sottofondo il cinguettio di uccellini invece dei rutti del mio collega, e magari un istruttrice fica equilibrata intelligente e vestita poco, riuscirei a respirare anche in punta di culo!
Si va bene... questa sera mi sono giocato il premio finezza, ma mi candido prepotente a quello della schiettezza.

Mio nonno è morto soffocato. O meglio ha ceduto il cuore come sempre accade, ma era forte e la sofferenza deve essere stata tremenda nelle interminabili crisi.
Acqua nei polmoni.
Anni di sigarette senza filtro sostituiti troppo tardi da anni senza, e gli ultimi con sempre più ore di ossigeno e bombole.
Cosa sarà sembrato a quest'uomo tanto silenzioso, respirare?
Sono in clamoroso ritardo nel porgli questa domanda. Peggio! Sono in clamoroso ritardo nel pormi questa domanda.

Non sono arrabbiato con me stesso, non lo sono nemmeno con il mondo come mi farebbe più comodo e come spesso mi piace fare.
In verità sono solo preoccupato e comunque lo preferisco al castrante dispiaciuto di cui abuso ampiamente per altre faccende.

Sono preoccupato perché la vita dovrebbe colmarsi di respiri e non di respiri mancati.
E il respiro come ogni cosa piena d'arte e bellezza, merita tutta l'ambiguità possibile.
Contendersi tra il diritto e il dovere, litigiosi innamorati. Da cui nasce il piacere...
Si, credo che sia questo respirare. Puro piacere povero.

mercoledì 4 luglio 2012

PORFIDO L'IMMORTALE

Rifacimento marciapiede sul lato della casa.
Le verghe di ferro servono per ancorare il marciapiede evitando che nel tempo si stacchi e rompa come il precedente.
Demolizione piazzuola in semplice cemento grezzo.
E già che ci siamo anche dell'entrata.
Eccola! La terra, la solita terra di queste zone che già avevo mostrato e che tutti chiamano BOMBA.
Quattro metri cubi di sabbia da getto per fare il fondo.
Si, giusto per cominciare...
Quattro ore dopo...
Battuti i livelli ecco il fondo, sul quale andremo poi ad aggiungere il resto.
Gettato con sabbia e cemento il marciapiede, abbiamo fissato usando della colla per esterni queste piastre 50 x 50 con sassolini.
Non il massimo ma riprendevano la terrazza retro già esistente.
Mescolando della sabbia mezzana lucida a quella rossa per intonaco si crea la composta adatta alla posa del porfido, raggiungendo la quota definitiva.
Altro giro altro regalo.
Quattro metri cubi di sabbia mista.
E via...
Ecco la malta, e il porfido che va steso e lavato e che che andrà composto come una sorta di puzzle ma senza il vantaggio degli incastri.

Il porfido è una pietra straordinaria.
Ideale per esterni.
Difficile e costosa da posare, ma con effetti di durata incredibili!
Oggi quindi in tempi in cui tutto DEVE durare un tempo ben limitato, non è amatissimo.
Invece io lo adoro.
La piazzuola è quasi terminata.

Ecco l'effetto bagnato.
Ora rimane da colmare le fughe con una miscela di cemento acqua e sabbia fine, molto liquida che va filtrata per togliere qualunque residuo e poi versata nelle fughe con attenzione per non sporcare tutto.
Una volta che si rapprende il giusto, il grosso viene rimosso con la cazzuola e con la punta si liscia portando a filo.
Piena la fuga e indurita quanto basta, con una verghetta ripiegata si tracciano segni all'interno e a incrociare.

Piazzuola.











Entrata.
Questa me l'ero persa.
Dettaglio delle fughe.
Come si vede si rapprende in fretta complice il forte sole.
E' fondamentale intervenire al momento opportuno, nè prima nè dopo.








BATTITO D'ALI DI UN COLIBRI'

Tra le molte cose che detesto dell'umanità ho un particolare disagio verso l'ingratitudine e la memoria breve.

BRUTTE BUGIE

Come accidenti è quel detto?
Meglio una bella verità, no meglio una brutta verità che una bella bugia?

I detti alle volte sono belli, alle volte anche la loro saggezza si ferma di fronte al complicato e libero mondo dei sentimenti e delle irragionevoli ragioni.

Capita che sia meglio una brutta bugia, a nascondere una bella verità!
Capita per amore e nell'amore.


CARO



Ho fatto un giro in giro tra le religioni.
Ma quanto siamo fortunati?
Quando ti ricapita di poter commettere i peggiori peccati esistenti e ogni tanto, con una semplice confessione, ripulirti addirittura l'anima?
Considera che anche il pentimento può essere relativo, infondo se a redimerti è uno che si auto-candida a sostituire Dio senza il minimo imbarazzo e ne assume con disinvolta sfacciataggine i poteri.
Beh già così, al confronto, mi sento meno schifoso.



Ma Dio?
Accidenti con Dio è dura avere le idee chiare...



Forse alla fine Dio esiste.
Chi altri potrebbe averci donato tutto il coraggio che occorre per vivere.
Per vivere nonostante gli errori che commettiamo e che commettono gli altri.

Dio mi parla continuamente! E' in tutte le cose che non voglio ascoltare.
In tutte le cose che ho davanti ma mi ostino a non voler guardare.
Se stai con gli occhi aperti, vedi.
Sembra la più evidente e stupida delle cose da dire. Ma non lo è.

martedì 3 luglio 2012

FORMULA PER LA QUASI FELICITA'

Formula per la quasi felicità.
X01

x = numero considerevole di conoscenti e persone occasionali con cui interagire ( mai troppo ).
0 = amici. Assolutamente da evitare.
1 = unico e solo grande amore. Distante. Impossibile. Immortale.

SERVIZIO PER STUDIO APERTO


Forse è per questo che in tutti i telegiornale dell'universo intervistano ottantenni sulle panchine che nessuno obbliga a stare lì, o giovani perditempo con i piedi a mollo nelle fontane a fare un cazzo mangiando gelati.
Tutto pur di evitare l'opinione di quelli che sotto al sole ci lavorano davvero! ahahahahaa
E direi che hanno ragione :)


P.s. L'accento bresciano è stato volutamente accentuato e anche il linguaggio scurrile, per dare più   consistenza ai rassicuranti stereotipi.