Ore 6.10: Normalmente mentre faccio colazione ho giusto cinque minuti, nei quali mangio e "viaggio", per nutrire il mio cervello prima che si atrofizzi al lavoro, così come la parola.
Vieni con me? Allacciati stretto.
Ore 6.11: "Incontro casuale":
"È tempo per me di fare qualcosa che avrei dovuto
fare molto tempo fa: mettere fine alla vostra permanenza in questo
posto, che voi avete disonorato disprezzandone tutte le virtù e
profanato con la pratica di ogni vizio; siete un gruppo fazioso, nemici
del buon governo, banda di miserabili mercenari, scambiereste il vostro
Paese con Esaù per un piatto di lenticchie; come Giuda, tradireste il
vostro Dio per pochi spiccioli.
Avete conservato almeno una virtù? C'è almeno un
vizio che non avete preso? Il mio cavallo crede più di voi; l'oro è il
vostro Dio; chi fra voi non baratterebbe la propria coscienza in cambio
di soldi? È rimasto qualcuno a cui almeno interessa il bene del
Commonwealth?
Voi, sporche prostitute, non avete forse sporcato
questo sacro luogo, trasformato il tempio del Signore in una tana di
lupi con i vostri principi immorali e atti malvagi? Siete diventati
intollerabilmente odiosi per l'intera nazione; il popolo vi aveva scelto
per riparare le ingiustizie, siete voi ora l'ingiustizia! Ora basta!
Portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete le porte a
chiave. In nome di Dio, andatevene!".
Oliver Cromwell, 20 aprile 1653
Primo pensiero: PASSA IL TEMPO MA CERTE COSE NON CAMBIANO MAI.
Secondo pensiero: BISOGNA CHE TUTTO CAMBI PERCHE' TUTTO RESTI COM'E'.
Ricordo questa frase dai lontanissimi terribili anni della scuola. Poche frasi eterne di autori senza tempo sono tutto quello che mi rimane di un buon lustro sprecato della mia vita. Per questo sono ancor più un tesoro inestimabile.
Ore 6.12 Leggere leggere!Breve incursione e memorizzazione di quello che mi colpisce.
«Noi fummo i Gattopardi, i
Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e
tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il
sale della terra.»
"CONTINUEREMO A CREDERCI". ( Arroganti fino in fondo. Eppure la terra ci sta mostrando tutti i giorni cosa davvero siamo...).
Non c'è così tanto tempo, virareeeeeeeeeeeeeee.
Scritto tra la fine del 1954 e il 1957, fu presentato all'inizio agli editori Mondadori e Einaudi, che ne rifiutarono la pubblicazione (il testo fu letto da Elio Vittorini che successivamente sembra si fosse rammaricato dell'errore), avvenuta poi dopo la morte dell'autore da Feltrinelli con la prefazione di Giorgio Bassani, che aveva ricevuto il manoscritto da Elena Croce. Nel 1959 ricevette il Premio Strega divenendo il primo best-seller italiano con oltre 100.000 copie vendute[1].
Pensiero unico: Fanculo Mondadori Einaudi non le azzeccate sempre è?!
Caro Giuseppe Tomasi sei dovuto morire... la gente è sempre in ritardo cazzo.
Pensiero flash: ElioVittorini- Conversazione in Sicilia-Triste da morire, come mi sentivo io.
Ricordo ancora il treno per la Sicilia, i topi e... Quel QUIETO NELLA NON SPERANZA.
Mi accarezzava come un bimbo quella frase.
Ore 6.14 Il tempo stringe. Non ho le spalle abbastanza larghe questa mattina per curarmi di Vittorini e di me.
Rientro veloce.
Ma voglio un motivo da inseguire oggi.
Nel dialogo con Chevalley, il principe di Salina spiega ampiamente il suo spirito della sicilianità;
egli lo spiega con un misto di cinica realtà e rassegnazione. Spiega
che i cambiamenti avvenuti nell'isola più volte nel corso della storia,
hanno adattato il popolo siciliano ad altri "invasori", senza tuttavia
modificare dentro l'essenza e il carattere dei siciliani stessi. Così il
presunto miglioramento apportato dal nuovo Regno d'Italia,
appare al principe di Salina come un ennesimo mutamento senza
contenuti, poiché ciò che non muta è l'orgoglio del siciliano stesso.
Egli infatti vuole esprimere l'incoerente adattamento al nuovo, ma nel
contempo l'incapacità vera di modificare se stessi, e quindi l'orgoglio
innato dei siciliani. In questa chiave egli legge tutte le spinte
contrarie all'innovazione, le forme di resistenza mafiosa, la violenza
dell'uomo, ma anche quella della natura.
Ore 6.15 SCENDERE! E' TARDI (come esordiva mio papà svegliandomi la mattina).
Tanto il motivo che mi strabiglierà la giornata è preso.
Siamo davvero creature irrimediabili e incapaci di mutare?
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