venerdì 13 aprile 2012

IL VOLO

Questa mattina mi sono svegliato prestissimo.
Uno di quei risvegli nè voluti nè richiesti, ma frutto di un sogno bruttissimo.
Sono avvezzo a dormire male e frammentato, sarà dall'82 che non infilo cinque ore decenti!
Eppure a certi sogni ingarbugliati e vigliacchi non ti ci puoi abituare. E quella sensazione di reale nell'irreale ti rovesca lo stomaco in un istante e lo trascina per ore.
Così eccomi qui, seduto fermo immobile, ma irrequieto e fondamentalmente incazzato.
Scendo in cantina, nel piccolo armadietto dove conservo la mia essenza. Libri, fogli, ritagli, appunti volanti.
L'istinto fa il suo e afferro uno dei libri che amo, che il più delle volte amo.
Apro una pagina a caso confidando nell'inesistenza del caso.
Ma oggi non è giornata, il nervo è troppo scoperto e la pagina non è quella giusta. O probabilmente lo è ma ancora è tempo di capricci.
Così che l'adorato gabbiano JONATHAN LIVINGSTON compie forse uno dei suoi voli più audaci, da un lato all'altro della cantina a velocità staordinaria e mirabile picchiata.

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