martedì 27 marzo 2012

MILLE SU MILLE... CE LA FANNO

Mia mamma è da sempre una fan di Gianni Morandi.
Quando era piccola la chiamavano LA MORANDINA, era capace di risparmiare per settimane quel poco che aveva pur di andare al cinema la domenica a vedere quei pessimi improponibili film chiamati musicarelli. Si portava un cestino di cose da mangiare e si guardava il film dal primo pomeriggio fino a sera, sempre lo stesso.

Io sono cresciuto a pane e Morandi.
Ricordo un bel mangiadischi arancio e quei trentatre giri che infilavo uno dietro l'altro.
Da bambino adoravo la canzone NON SON DEGNO DI TE, la cantavo a squarciagola sereno e felice, incurante del fatto che cantavo di merda visto anche che nessuno si era preso la briga di dirmelo.
Quando avevo dieci undici anni invece, la canzone che ascoltavo senza fine era UNO SU MILLE CE LA FA. Ma già avevo smesso di cantare... però stringevo le parole.
Mi piaceva un sacco e la prima cosa che pensavo e che ancora oggi penso intensamente nello stesso identico modo, è ai novecentonovantanove che falliscono.

Non è così importante quale sia la passione.
Che la condivida o meno io sento che quello che conta è l'origine comune.
Di qualunque cosa si tratti non posso che rispettare e provare ammirazione per tutto ciò che genera nel sacrificio, che nutre sé stesso e gli altri, che dopo il nutrire consuma. Per poi rigenerare e consumare ancora.

La speranza, quella vera, non è un sentimento a buon mercato.


Ogni tanto Fabio, elettricista, mi manda le fotografie dei piatti ambiziosi che cucina.
Alessandro fa l'operaio e tra un turno e l'altro se ne va in giro con la macchina fotografica al collo e gli occhi spalancati.
E che dire di Francesca che ha tanto studiato per fare felice i suoi, fa l'ingegnere ma appena può fugge dall'ufficio e si mette a disegnare. Ama anche cantare e benché sia timida da non alzare mai lo sguardo, chiude gli occhi e canta come un angelo.
Clizia invece gestisce un agriturismo, Dio solo sa come faccia ad occuparsi anche di cuccioli abbandonati e animali maltrattati.
Poi c'è Lorenzo, e alcuni ragazzi della palestra che si allenano e fanno grandi sacrifici per partecipare a gare di bodybuilding dove portano avanti un'idea, l'orgoglio natural, anche se si fanno "ammazzare" dalla maggior parte degli atleti o presunti tali, che prendono sempre la strada più corta.
E non posso non ricordare la signora Silvana: non più giovanissima trascorre ore e ore creando bambole di pezza per poi esporle con una gioia che commuove in quelle colorate bancarelle di paese.
Potrei continuare davvero all'infinito.
Infondo infondo, se ci penso bene- MILLE SU MILLE CE LA FANNO!

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